Assenza di scopo di lucro

L'assenza di scopo di lucro indica la caratteristica principale degli Enti del Terzo Settore ai quali è vietata la distribuzione diretta e indiretta di utili, avanzi, fondi e riserve tanto a chi fa parte dell'ente quanto a terzi.

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Cos'è l'assenza di scopo di lucro e cosa significa?

L’assenza di scopo di lucro, insieme allo svolgimento di un’attività di interesse generale, è una delle due caratteristiche che definiscono gli Enti del Terzo Settore.
Agli Enti del Terzo Settore è quindi vietata la distribuzione diretta o indiretta di utili, avanzi, fondi o riserve.
Con distribuzione diretta si intende il mero trasferimento delle risorse in questione ai beneficiari mentre la distribuzione indiretta è maggiormente complessa da definire tanto che il Codice del Terzo Settore ha evidenziato alcune situazioni che sono considerate tassativamente distribuzione indiretta.

Cosa si intende per distribuzione indiretta di utili?

La distribuzione indiretta di utili viene trattata nel Codice del Terzo Settore elencando alcune situazioni considerate tassativamente distribuzione indiretta.

È quindi fatto divieto assoluto agli Enti del Terzo Settore di:

  • corrispondere ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali, compensi individuali non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni;
  • corrispondere a lavoratori subordinati o autonomi, retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi salvo comprovate esigenze attinenti alla necessità di acquisire specifiche competenze ai fini dello svolgimento delle attività di interesse generale;
    divieto di acquistare beni e servizi per corrispettivi superiori al loro valore normale in assenza di valide ragioni economiche;
  • cedere beni e prestare servizi, a condizioni più favorevoli di quelle di mercato, a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’organizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, nonché alle società da questi direttamente o indirettamente controllate o collegate, esclusivamente in ragione della loro qualità, salvo che tali cessioni o prestazioni non costituiscano l’oggetto dell’attività di interesse generale;
  • corresponsione di interessi passivi su prestiti superiori ad un determinato limite, a favore di soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finanziari autorizzati.

Chi sono i soggetti che controllano l'assenza di scopo di lucro?

I soggetti preposti al controllo dell’organizzazione sono le amministrazioni pubbliche e i revisori, i quali possono contestare anche contestare altre casistiche di divisione indiretta di utili (oltre a quelle espressamente previste dalla legge). La presenza di un risultato economico o finanziario positivo (utile) non presuppone la presenza di scopo di lucro e la realizzazione di attività commerciali non è affatto indicatore di presenza di scopo di lucro, dato che gli enti non profit possono – nelle misure stabilite dalla legge – realizzare attività commerciali.

Riferimenti di legge relativi all'assenza di scopo di lucro

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