La ricostruzione del domani: la lettura di Fondazione Pietro Pittini

Marina Pittini
Scritto da
Marina Pittini

Le relazioni di aiuto, di affetto e di svago sono quelle che rendono le nostre società forti e solidali, e la cui mancanza fa rilevare una crescente povertà: non solo quella economica, ma anche quella relazionale, emotiva e culturale. La proposta di Fondazione Pittini in risposta alle difficoltà del Settore provocate dal Covid-19.

ASD e SSD, come sta andando con la Riforma dello Sport? Partecipa all’indagine “Sport e Terzo settore” Di’ la tua

Durante la prima ondata di Emergenza Sanitaria da Covid-19, numerosi sono stati i segnali di disagio che anche a noi sono giunti dai giovani, dalle comunità educanti, dai partner del Terzo Settore con cui dialoghiamo. Nelle piccole comunità è stata pulsante la sensazione di un disagio forte, nascosto ma profondo. Un disagio che ha coinvolto tutti noi e che ancora più invasivo è stato per le categorie fragili come famiglie e anziani, bloccati nei contatti e nello scambio di relazioni. Le relazioni di aiuto, di affetto, di svago, di supporto sono quelle che rendono le nostre società forti e solidali e la cui mancanza fa rilevare una crescente povertà: non solo quella economica, alimentare, digitale o educativa, ma anche quella relazionale, emotiva e culturale provocata dall’isolamento forzato.

Ci troviamo così in questo momento storico a dover fronteggiare pesanti ricadute negative sia sul sistema economico nel suo complesso che nei sistemi di welfare che si trovano a dover fronteggiare da un lato una riduzione delle risorse a disposizione, e dall’altro un aumento dei bisogni vecchi e nuovi a cui dover rispondere con strumenti e modalità inedite. In uno scenario in cui il rischio di un aumento dell’esclusione sociale e delle disuguaglianze è forte, dobbiamo tenere a mente il ruolo fondamentale che il Terzo Settore può giocare come collante del nostro tessuto sociale, in linea col principio di sussidiarietà previsto dalla nostra Costituzione.

È così che lo scorso maggio, con il supporto di Italia Non Profit, abbiamo cercato di tendere una mano a tutti gli enti che – come noi – sono attivi soprattutto per quelle categorie che maggiormente subiscono gli effetti di questo periodo. Abbiamo voluto lanciare un’indagine per mappare e approfondire i bisogni delle organizzazioni della Regione Friuli Venezia Giulia; si è trattato di un lavoro esteso che ci ha consentito di entrare in contatto con oltre 700 realtà sparse in tutto il territorio. Da questa mappatura è emerso sia un bisogno di risorse economiche, ma anche di maggiori spazi, dispositivi, licenze e formazione. E forse – tra tutti – il bisogno che è stato espresso in maniera più decisa è proprio quello relativo alla formazione, a conferma che la cura (acquisizione di nuove competenze) è oggi più efficace della terapia.

Sulla base di queste risposte e grazie ad una successiva fase di approfondimento abbiamo da poco lanciato un programma formativo gratuito rivolto agli enti non profit del Friuli Venezia Giulia sui temi della raccolta fondi e che in seguito affronterà anche altri temi; l’obiettivo è di dare un contributo nell’elevare la preparazione in vista di una ripartenza che si preannuncia carica di difficoltà ma anche di nuova innovazione sociale da portare sui territori. Oggi più che mai la ricostruzione del domani passa quindi attraverso l’ascolto attivo ed il sostegno di questo variegato mondo: rendiamolo motore di vero sviluppo.

NEWSLETTER
Iscriviti per non perdere le ultime novità sull'argomento
Inserisci un indirizzo email valido

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. È vietato qualsiasi utilizzo, totale o parziale, del presente documento per scopi commerciali, senza previa autorizzazione scritta di Italia non profit.

SCRITTO DA
Marina Pittini
Presidente della Fondazione Pietro Pittini
Italianonprofit
Accedi a funzionalità esclusive dedicate agli utenti iscritti ad italia non profit, è gratis