Riforma in Movimento: intervista a Pier Giuseppe Torrani

Pier Giuseppe Torrani
INTERVISTA A
Pier Giuseppe Torrani
Presidente di Airc

All’interno del progetto di ricerca Riforma in Movimento si vuole andare a creare un dialogo con le istituzioni per accompagnare la Riforma del Terzo Settore nella sua crescita il più possibile positiva e adeguata. Avv. Pier Giuseppe Torrani, Presidente di Airc, condivide con noi l’esperienza della sua associazione.

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Qual è, a suo avviso, l’elemento più innovativo/promettente della nuova legislazione sul Terzo Settore (Codice del Terzo Settore, Impresa Sociale, 5×1000, Servizio Civile Universale)?

La vera innovazione si è avuta con l’approvazione del Codice. Sono stati infatti definiti con precisione gli ambiti all’interno dei quali possono operare gli Enti del Terzo Settore. Il Codice ha portato ordine nella materia e ha identificato con precisione gli interessi costituzionali che l’ordinamento affida al non profit. A mio giudizio, questo è il punto più importante della riforma. Il Codice, infatti, assegna al settore una precisa rilevanza costituzionale. All’art.5 vengono descritti con precisione gli interessi la cui cura è affidata al no-profit. Tra questi spiccano quelli richiamati alle lettere dell’art. 5 del Codice: B)- Interventi e prestazioni sanitari; G)- Formazione universitaria; H)- Ricerca scientifica di particolare interesse sociale; I) – Diffusione della cultura. Ben si vede da questo articolato che gli interessi individuati hanno tutti specifica rilevanza costituzionale. Il Terzo Settore non rappresenta quindi un insieme secondario di soggetti nella costruzione della società democratica disegnata dalla nostra carta costituzionale. Gli ETS non operano in ambiti residuali del progetto costituzionale, essi rappresentano infatti il mondo degli interessi generali e degli interessi comuni di cui hanno la cura nell’esercizio della sussidiarietà prevista dalla Costituzione per la collaborazione con i corpi sociali. Gli ETS non esauriscono l’ambito della solidarietà prevista dall’art.118 della Costituzione che include anche tutte le forme di partecipazione che costituiscono la solidarietà diffusa. Nel quadro della funzione di sussidiarietà, gli ETS hanno il compito di presidiare specifici interessi costituzionali. La riforma del Codice ha così dato rilevanza costituzionale ai soggetti che operando in modo prevalentemente volontaristico concludono e arricchiscono il disegno democratico della nostra Costituzione.

 

Qual è l’elemento che più la preoccupa riguardo la nuova legislazione sul Terzo Settore?

Il Codice delinea la cornice all’interno della quale operano gli ETS. Il Codice, tuttavia, rinvia a successivi provvedimenti normativi l’attuazione di parti importanti della riforma. Il processo attuativo si è fin qui mosso con grande lentezza limitando in modo sostanziale la partecipazione esplosiva del Terzo Settore alla costruzione del nostro sistema democratico. Airc aveva già sollevato questo tema in occasione della Cerimonia di apertura della “Settimana della ricerca scientifica” alla presenza del Presidente della Repubblica, in data 29 ottobre 2018, quando aveva auspicato la sollecita attuazione della riforma. Da allora sono passati ormai tre anni ma il processo attuativo non ha ancora fatto passi avanti sostanziali. 

 

Sostenibilità, trasparenza e democraticità sono gli assi principali su cui si è mossa la Riforma: crede che siano stati ben strutturati e articolati all’interno di essa? Tra questi, quali pensa debba essere maggiormente promosso tra gli enti del Terzo Settore?

È difficile scegliere tra principi di grande rilevanza, tutti imprescindibili. Nella contingenza specifica ritengo tuttavia che la “trasparenza” debba giocare un ruolo prioritario soprattutto quando si sviluppano processi di riforma. Infatti, ogni attività riformatrice crea sempre tensioni perché il timore del nuovo provoca una reazione costante di difesa sociale. È necessario quindi che nella rappresentazione pubblica del processo innovatore si dia molta cura e attenzione a una comunicazione chiara e trasparente delle azioni che si vanno operando. 

 

Qual è stato il ruolo della sua rete/ente nell’informare e comunicare agli associati le principali novità, opportunità ed adempimenti della riforma del Terzo settore?

Airc, a seguito dell’approvazione del Codice, ha dato vita ad un profondo processo di rinnovamento della propria organizzazione, coinvolgendo tutte le strutture fondative. Il primo intervento ha riguardato la sua trasformazione da Associazione in Fondazione. Airc annoverava circa 800 mila soci: numero che rendeva praticamente impossibile organizzare la loro partecipazione alle attività di governance. Un’analitica valutazione del sentimento di partecipazione della nostra base associativa ha fatto emergere che i nostri soci non erano tanto interessati a partecipare alla gestione di Airc perché esprimevano prevalentemente la loro semplice adesione profonda alla missione di Airc nella lotta contro il cancro. Si è deciso così di trasformare Airc in Fondazione, esaltando al contempo l’adesione di sostegno di tante persone alle finalità di Airc. I nostri soci sono così diventati sostenitori, cui si aggiungono i 20 mila volontari, tutti organizzati in 17 comitati regionali che assicurano ad Airc il continuo contatto con il territorio. Il secondo intervento ha riguardato la fusione per incorporazione di Fondazione Firc-Airc in Fondazione Airc. L’esistenza di un ente autonomo per la gestione delle risorse acquisite dai lasciti dei donatori appariva ormai inutile essendo ormai Airc già impegnata direttamente nella raccolta dei fondi. Ne è quindi derivata una governance molto più trasparente ed efficiente, rappresentata da un Consiglio di Indirizzo numeroso, a cui sono stati affidati compiti di consulenza e di indirizzo, e un Consiglio di Amministrazione a cui è stata affidata l’amministrazione ordinaria e straordinaria del gruppo Airc. La fusione dei due enti ha tra l’altro comportato un rapporto diretto di Airc con Ifom, istituto di ricerca in house fondato nel 1998 da Fondazione Firc-Airc.

 

Quanto è stato impegnativo seguire l’evoluzione della Riforma del Terzo Settore?

Il dibattito interno per adeguare Airc alle regole del codice è stato molto intenso e partecipato e ha richiesto circa 12 mesi.

 

L’avvio della riforma è stata l’occasione per un ripensamento della missione oltre che di un adeguamento della struttura giuridico e organizzativa della sua associazione?

No, l’entrata in vigore del Codice non ha minimamente inciso sulla missione di Airc finalizzata a) finanziare la migliore ricerca scientifica per rendere il cancro sempre più curabile; b) informare il pubblico per creare una cultura scientifica diffusa e promuovere la prevenzione.

 

Ritiene che gli art.55 e 56 del CTS , nonché la recente sentenza n.131/2020 della Corte costituzionale possano aprire per la sua organizzazione nuove opportunità di dialogo istituzionale nonché l’avvio degli strumenti di co-programmazione e co-progettazione con la Pubblica Amministrazione?

Gli art. 55 e 56 del Codice hanno certamente consentito ad Airc di affinare i propri rapporti con l’amministrazione pubblica. Airc, nel finanziare le ricerche e nello scegliere attraverso procedure competitive (peer review) i progetti più significativi e gli scienziati più meritevoli, ha sempre stipulato convenzioni di ricerca non solo con i ricercatori ma anche con i centri di ricerca esistenti in strutture pubbliche (Università e IRCCS) impegnando queste ultime a mettere a disposizione dei ricercatori l’organizzazione strumentale e le risorse tecnologiche necessarie: si è sempre trattato di contratto con tre parti, Airc, struttura dove opera il ricercatore e il ricercatore. Le nuove aperture collaborative (co-programmazione, e co-progettazione) offrono ulteriori possibilità di sviluppo di intese anche con contenuti più generali e innovativi riguardanti il tema della ricerca oncologica. Le collaborazioni di co-programmazione aprono infatti prospettive strategiche che possono portare ad importanti innovazioni nella organizzazione della ricerca scientifica nel nostro Paese perseguendo l’obiettivo di formare e retribuire i giovani ricercatori e di incrementare la dotazione di servizi tecnologici per consentire di far crescere in Italia il mercato dei ricercatori scientifici con regole coerenti con quelle adottate dagli altri paesi europei. 

 

Le linee guida sul bilancio sociale sproneranno gli enti (anche quelli non obbligati) ad utilizzare il bilancio sociale come strumento di rendicontazione e di relazione con gli stakeholder? 

Ritengo si possa dare risposta affermativa perché l’attenzione ai bilanci e la loro pubblicazione aumenta di molto la trasparenza dell’operato e quindi la fiducia nei nostri confronti per sollecitare la raccolta di fondi. Infatti, Airc è Soggetto finalizzato alla raccolta fondi per finanziare la ricerca oncologica e la cultura scientifica nel nostro Paese e quindi è oltremodo importante che di Airc i finanziatori abbiano chiara evidenza pubblica delle modalità di utilizzo delle risorse raccolte.

L’emergenza che stiamo vivendo ha fatto crescere nuovi bisogni che la Riforma del Terzo Settore non aveva previsto di coprire, o per i quali non ha strumenti adeguati?

Prima di disperarsi cerchiamo di valutare e di studiare le capacità espansive dei contenuti dell’art. 5 del Codice, evidenziando tutti gli aspetti che possono consentire la risposta anche a nuovi problemi.

 

Reputa opportuni e necessari un monitoraggio e una valutazione continuativi dello stato di attuazione della riforma del terzo settore?

Certamente importanti. Dobbiamo puntare sullo sviluppo della cultura solidaristica del nostro Paese e potrebbe in questa prospettiva valere la pena di organizzare incontri annuali o pluriennali per sostenere sempre di più lo spirito del volontariato.

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