Se arrivano i principi, i conti non tornano

Anno 2022: gli uffici amministrativi degli enti non profit sono stati sconvolti dai nuovi schemi di bilancio e dai principi contabili OIC 35. Ma come sono andate le cose?
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Siamo a giugno, il sole splende sulle nostre teste e tutto volge al bello.

Non per gli amministratori degli enti non profit, siano essi “amministrativi” (personale dedito a far di conto), siano essi membri degli organi direttivi. Per tacer dei consulenti, commercialisti inclusi.

E’ pur vero che i primi mesi dell’anno sono da sempre vissuti con mestizia e fatica soprattutto per il gravame dei bilanci e di tutto ciò che si portano dietro.
Ma quest’anno è diverso, nel senso di “peggiore”, e a mestizia e fatica si è aggiunto anche il fastidio dei nuovi schemi di bilancio e degli OIC 35.

Degli schemi di bilancio si sapeva già da un anno e mezzo, e pur essendo preparati al peggio in molti speravano in un rinvio della loro attuazione. Stiamo parlando di schemi che riportano la follia del 5 per mille ed erogazioni liberali come entrate da attività di interesse generale, come se non fossero frutto di raccolta fondi, e altre amenità.

Inoltre, ai primi di febbraio di quest’anno, ha fatto la sua dannosa comparsa il Principio contabile degli enti del terzo settore, chiamato familiarmente OIC 35, manco fosse un droide di Star Wars.

Ma cosa è un Principio contabile? Nella sostanza si tratta di un insieme di regole che riportano prassi operative contabili e che servono (detto molto in soldoni):

  • all’Ente, per riportare correttamente nello schema di bilancio le voci registrate in contabilità (economiche, finanziarie e patrimoniali);
  • all’Organo di controllo e ai Revisori, ognuno per le proprie competenze di controllo di buona amministrazione e corretta imputazione degli accadimenti economici, patrimoniali e finanziari;
  • all’Organo direttivo (CD o CDA) per capire come è andato l’anno passato e quali decisioni prendere per quello appena iniziato.

Sono convinto, sulla base dell’esperienza personale di questi mesi, che i Principi dell’OIC 35 siano stati accolti con la stessa letizia con la quale si accoglie la suocera al pranzo di Natale!
Più venivano letti e meno erano compresi. Più ci si addentrava nel caso specifico e più cresceva il dubbio che chi li aveva scritti avesse avuto a che fare con un solo tipo di ente e che non fosse riuscito a differenziare i casi, introdurre le eccezioni necessarie, argomentare le proprie conclusioni.

Ma è stata anche una questione di tempistica.

Già la prima bozza – degna di Ionesco, per chiarezza e senso – comparve ad agosto (leggasi agosto) 2021, e venne dato il termine di fine settembre dello stesso anno a chiunque fosse interessato per riferire appunti e suggerimenti.

Il gruppo di lavoro interno a Fondazione OIC riuscì poi a pubblicare il testo definitivo ai primi di febbraio 2022, giusto nel momento in cui negli uffici delle amministrazioni degli enti erano già a pieni giri i motori di produzione del fascicolo di bilancio.

Alla notizia della pubblicazione dell’OIC 35, si alzò il grido del responsabile amministrativo: “Fermi tutti! Stop alle rotative! Bisogna riconsiderare tutto”. E subito dopo, mentre gli impiegati dell’ufficio amministrativo si guardavano come chi, sorpreso dal terremoto non sa se uscire a rotta di collo o mettersi sotto i tavoli, squillarono i telefoni.

Dall’altra parte i revisori dei conti che, con voce tremante perché anche alla loro lettura molte cose apparivano quanto meno “particolari”, chiedevano se la predisposizione del bilancio dell’ente stesse seguendo le indicazioni dell’OIC.

Questa è storia. Come è storia il fatto che questi ultimi mesi sono stati dedicati tutti ad interpretare l’interpretazione di OIC al decreto legge sugli schemi di bilancio, decreto legge previsto dal decreto legislativo, decreto legislativo previsto – sulla base di principi di semplificazione ormai gettati alle ortiche – da legge delega dal parlamento.

Ecco, questo era il pezzo che volevo dedicare a questi eroi silenziosi, un po’ ombrosi, che magari in questo periodo vi hanno trattato male quando siete entrati nel loro ufficio. Ora capite il perché.

Pensate se poi, dopo tutte le prediche sulla trasparenza che abbiamo dovuto sopportare in questi anni, qualcuno raccontasse loro che Fondazione OIC non ha pubblicato sul proprio sito neppure uno straccio di bilancio!

Sai che risate isteriche partirebbero!?!

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