Vernarecci di Assif sul Memorandum: un’opportunità per organizzazioni e fundraiser

Jara Vernarecci
INTERVISTA A
Jara Vernarecci
Referente del Gruppo Territoriale Marche di ASSIF e fundraiser di Fondazione ANT Italia Onlus.

Il memorandum Assif rappresenta il punto d’intesa tra gli enti del terzo settore e l’associazione. Sottoscrivendo il documento le organizzazioni dichiarano di condividere il codice etico di ASSIF, impegnandosi a mantenere nella conduzione delle proprie attività standard etici elevati che garantiscono trasparenza e correttezza per le stesse organizzazioni, per i fundraiser che vi offrono la propria professionalità, e per i donatori a cui si rivolgono.

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ASSIF è l’associazione italiana fundraiser e, in quanto tale, si compone e si legittima grazie a tutti i professionisti della raccolta fondi che ne fanno parte, come soci. Rivolgendosi ai singoli fundraiser, ASSIF non può prescindere al contempo dall’opportunità di dialogare con gli enti non profit, dove i fundraiser prestano la loro opera quotidianamente. Da questo incontro è nata la necessità di creare un progetto che andasse a tutelare non solo per i fundraiser, ma anche per i donatori.

La genesi

Come per tutti i nuovi progetti, anche il memorandum è stato collaudato. Con la prima fase di test, iniziata nel 2018, abbiamo voluto verificare l’effettivo interesse delle organizzazioni ad aderirvi e capirne al contempo punti di forza e criticità da migliorare. Nella seconda fase abbiamo apportato le prime modifiche, in primis quella relativa alla durata del memorandum, passata da una valenza annuale ad una triennale, e coinvolto le sezioni regionali ASSIF per una diffusione quanto più capillare e per un loro contributo sempre fondamentale. Ma crediamo che un progetto raggiunge la sua piena concretezza e forza solo quando condiviso dagli attori che partecipano e vivono lo stesso contesto. E così con Italia non profit abbiamo iniziato a riflettere circa l’opportunità di attribuire un elemento distintivo a tutti gli enti firmatari il memorandum, un elemento distintivo che comunicasse a tutti la scelta etica di agire nel rispetto “del fundraising, nell’interesse dei donatori”, come recita la coccarda stessa. E arriviamo così alla fase attuale, con il lancio dell’iniziativa della coccarda per gli enti non profit, che vede la partnership Italia non profit e ASSIF e il sostegno comunicativo di FundraiserPerPassione, iRaiser, Job4good, ENGAGEDin, Scuola di Fundraising di Roma quali media partner dell’iniziativa. 

L’andamento delle adesioni all’iniziativa ci confermano ad oggi un trend positivo. Dalle 9 organizzazioni dell’inizio (2018) si è passati alle 25 al momento del lancio. Oggi, a un mese dall’uscita dell’iniziativa della coccarda per gli enti non profit, sono già 25 le nuove richieste di adesione da parte di altrettanti enti.

Tutto ciò rimarca ancora una volta la centralità nel fare rete e stringere partnership di valore, soprattutto nel terzo settore e dimostra l’attenzione sempre vigile degli enti del terzo settore ai temi quali la trasparenza, la comunicazione e l’etica del proprio operato.

La professione del fundraiser

In particolare la questione del rispetto della professione del fundraiser è tutt’altro che secondario e attuale nel mondo non profit e per ASSIF, che nel 2012, lancia la campagna “O%, Io Non Lavoro A Percentuale” per sottolineare come al pari di altre professionalità, anche quella del fundraiser debba essere svincolata da una retribuzione esclusivamente a percentuale, basandosi su strategie da realizzarsi nel medio e lungo periodo e soprattutto sulla costruzione di relazioni con il donatore.

E proprio il donatore vuole essere al centro dell’iniziativa della coccarda per gli enti non profit. Per un ente la costruzione della propria reputazione risulta di fondamentale importanza ed avere un elemento distintivo, la coccarda appunto, che dà evidenza della propria etica, può essere un discrimen rilevante.

Usi e costumi della coccarda per gli enti non profit

Gli enti firmatari del Memorandum e registrati sulla piattaforma di Italia non profit hanno visto comparire la coccarda nella propria Scheda Ente, come segno distintivo della qualità del fundraising da loro svolto. Ma speravamo anche che ciascun ente cogliesse l’occasione di far mostra della coccarda attraverso i propri canali. E così in effetti è stato. Dai primi riscontri delle organizzazioni, che hanno sottoscritto il memorandum e ricevuto la coccarda, abbiamo avuto evidenza di come, tra i vari usi, l’abbiano inserita sulla propria carta intestata, in calce alle e-mail e pubblicata sul proprio sito web. 

Il tema del digitale, di sapersi comunicare online ed emergere dal web, risulta tra l’altro sempre più importante. Soprattutto in questo momento che ci ha visto sempre più connessi, in cui le donazioni online tendono a crescere anche nel nostro Paese e in cui se una persona non dona, come prima causa, c’è ancora la mancanza di fiducia e la non abbastanza trasparenza sull’utilizzo dei fondi da parte dell’organizzazione (dati Donare 3.0, BVA Doxa – 2020).

Come ricevere la coccarda

Per ricevere la coccarda per gli enti non profit è necessario sottoscrivere il memorandum d’intesa ASSIF, gratuito per l’ente non profit. Per tutte le informazioni e per aderire al memorandum è possibile visitare la sezione dedicata sul sito di Italia non profit oppure scrivere a [email protected]

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