Che cos’è la raccolta fondi tramite direct response TV
La raccolta fondi tramite direct response TV utilizza il mezzo televisivo per stimolare la raccolta fondi attraverso un numero verde e un call center, oppure tramite il proprio sito web con un atterraggio dedicato. Questo strumento di raccolta fondi si basa sulle potenzialità della televisione, che nel nostro paese è il media con il più alto livello di penetrazione e persuasione. Il DRTV (acronimo di direct response TV) consiste in uno spot pubblicitario dove l’organizzazione richiede una donazione one off (ma può anche diventare regolare, grazie a un numero verde o a un sito web dell’organizzazione). Gli spettatori chiamando il numero verde possono fare una donazione con carta di credito, lasciare i dati a cui verrà inviato un bollettino postale o gli estremi per un bonifico bancario.
Tuttavia il DRTV è sconsigliato per le donazioni one-off poiché il rischio di non rientrare dell’investimento è molto più alto. Si tratta di uno strumento molto costoso e strutturato che richiede competenze interne specifiche, in mancanza delle quali è consigliabile appoggiarsi ad un’agenzia esterna. L’investimento per questo tipo di strumento è consistente soprattutto per:
- la realizzazione dello spot;
- i costi di call center (soprattutto se in outsourcing);
- l’acquisto degli spazi pubblicitari televisivi.
Rispetto al Face to Face (dialogatori) il DRTV porta a rapporti di donazioni qualitativamente migliori sia per durata della presenza del donatore nel database sia per tassi di attrition. Nel DRTV infatti è il donatore che decide di attivare una donazione regolare, e per questo è molto più consapevole e convinto di quello che fa. Risponde comunque a una sollecitazione esterna, ma l’attivazione è del tutto volontaria e richiede anche un certo impegno (la telefonata).
Cose che devi assolutamente sapere per fare Direct TV
Lo spot deve essere creato per la raccolta fondi, non è uno spot pubblicitario che parla dell’organizzazione, ma racconta una situazione urgente in cui il potenziale donatore è invitato ad intervenire. Generalmente la lunghezza ideale dello spot è di circa 60 secondi ma può essere anche più breve, 30 secondi (format più indicato per le emergenze), o più lungo, fino ai 120 secondi. Considerate dunque quanto deve essere efficace il messaggio e ben costruito lo spot rispetto al breve tempo a disposizione. È particolarmente indicato per quelle cause e/o progetti dove è possibile rappresentare il bisogno con immagini dei beneficiari e in modo molto diretto. Lo spot deve scuotere lo spettatore, essere forte, cercando di comunicare l’urgenza dell’aiuto che è richiesto.
Un altro aspetto fondamentale del DRTV è la pianificazione dei passaggi degli spot nei vari canali TV. La campagna funziona infatti se si prevedono e testano più passaggi televisivi su canali diversi, alternando anche orari differenti. Anche per questa parte un professionista della TV potrebbe dare consigli e regole importanti. Si possono utilizzare tutti i tipi di canali televisivi, digitali e satellitari. Non è detto che quelli nazionali (Rai, Mediaset, LA7) siano i più efficaci; anche i canali locali possono dare ottimi risultati e sicuramente sono meno costosi. Una volta individuati i canali televisivi si deve decidere l’orario e i giorni in cui andare in onda. Il periodo maggiormente consigliato è da settembre a maggio. Mentre rispetto ai giorni si potrebbe consigliare dal lunedì al sabato nella fascia oraria dalle 8 alle 21. Non si usa la domenica perchè le persone potrebbero non guardare la TV e oltre le 21 i call center costano di più. Spalmare lo spot in più momenti durante l’arco della giornata alcuni passaggi anche ravvicinati fra loro permette agli spettatori di ri-avere informazioni che magari si erano persi e aiuta a non creare picchi di chiamate ai call center.
Il call center può essere in house, quindi personale interno all’organizzazione, oppure in outsourcing. In entrambi i casi il call center deve essere molto ben preparato. Chi risponde al telefono ha il contatto con il donatore, quindi deve essere preparato sulla causa/progetto, sullo strumento di donazione regolare e deve essere in grado di rispondere alle richieste e accompagnare il donatore alla donazione. Se il call center è esterno è indispensabile prevedere training dedicati anche ripetuti nel corso della campagna, per formare il più possibile il personale del call center esterno come se fosse parte dell’organizzazione non profit. Infine è importante prevedere anche una landing page o un mini sito dedicato alla campagna Direct TV, questo per ottenere migliori risultati e non perdere nessuna opportunità di conversione degli spettatori in donatori. Non sempre le persone che guardano lo spot riescono a telefonare, riescono ad annotare tutte le informazioni che servono. Quindi è bene avere uno spazio sul web dedicato e ben indicizzato così che le persone dopo aver visto lo spot possano provare a cercarvi con qualche parola o rimando che hanno memorizzato. Fatevi trovare! Non sempre il numero verde e il sito web all’interno dello spot sono sufficienti.
Vantaggi del Direct TV per un'organizzazione non profit
Il Direct TV è particolarmente adatto per grandi organizzazioni che hanno budget e che vogliono investire sull’acquisizione di donatori regolari.
La televisione rimane per il nostro paese lo strumento mediatico con il più alto livello di penetrazione e persuasione. E’ molto diffuso e gli italiani scelgono ancora su larga misura rispetto ai consigli che ricevono dalla televisione. Le raccolta fondi con Direct TV sono davvero molto rischiose in termini di ritorno sull’investimento: per fare questo tipo di campagna bisogna avere non solo il budget, ma anche le spalle grosse e ben coperte, perchè è paragonabile al gioco d’azzardo. Si può svoltare velocemente ma altrettanto velocemente essere penalizzati.
I 5 consigli essenziali per fare Direct TV
- È un strumento attivabile solo ed esclusivamente a certe condizioni: budget e competenze. Se le competenze internamente non ci sono, è indispensabile affidarsi ad un’agenzia, e in ogni caso visto l’investimento che richiede almeno su certi aspetti, per esempio la pianificazione dei canali TV e i relativi passaggi, è bene avere un supporto esterno di esperienza.
- Monitorare l’andamento della campagna è fondamentale. Per questo cercate di tracciare i canali di ingresso delle donazioni. Per esempio: avere numeri verdi diversi a seconda del canale TV, questo vi permette di aggiustare il tiro in corsa, oppure per la prossima campagna che realizzerete.
- Con questo strumento un rischio potrebbe essere la sovraesposizione mediatica, con il conseguente sovraccarico del call center. Un call center può gestire fino a 50 chiamate contemporaneamente, in media, e considerate che se un operatore e costretto a richiamare il donatore il tasso di conversione si abbassa notevolmente. Questa è una delle principali ragioni per cui “prime time” non è sinonimo necessariamente di maggior donazioni.
- Il call center deve essere davvero preparato sia nella persuasione del donatore, sia sulle informazioni relative al progetto e allo strumento di donazione. In quel momento gli operatori del call center sono la voce e il contatto della vostra organizzazione con il nuovo donatore. Giocano un ruolo fondamentale.
- La campagna si gioca moltissimo sul testare orari e canali, per verificarne l’andamento. Essere flessibili e tempestivi nei cambiamenti è un asset fondamentale.
Potrebbe accadere che...
- Scegliate di coinvolgere un testimonial per la vostra raccolta fondi con DRTV, e non sempre si rivela una scelta azzeccata. Il testimonial potrebbe infatti oscurare il brand della vostra organizzazione. Per questo è importante scegliere se utilizzarlo: uno spot focalizzato sulla causa e i beneficiari potrebbe essere la scelta migliore.
- Il CdA non sia a suo agio con un certo tipo di comunicazione. In questo caso il Direct TV non fa per voi.
- Il call center sia libero tra un passaggio dello spot e l’altro. È uno spazio vuoto che voi pagate, impegnatelo con chiamate di ringraziamento o rinnovi.
- Le televisioni locali abbiano spazi pubblicitari invenduti che vi danno a poco prezzo, approfittatene!
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NOTE
Questo contenuto è liberamente tratto da:
“Integrare il fundraising” di Daniele Fusi 2012 Smart fundraising Philantropy
“Fundraising” di Valerio Melandri 2017 Maggioli Editore