Cos’è il Personal Fundraising

Con personal fundraising si intende quel meccanismo per cui un individuo può chiedere alla propria cerchia di contatti un aiuto nella raccolta fondi online per supportare cause specifiche o enti non profit. Le organizzazioni, aiutate da numerose piattaforme di crowdfunding e dai social media, possono sfruttare il capitale relazione dei propri donatori per diffondere la propria missione e fare lo stesso.

Che cos’è il personal fundraising

Il personal fundraising è lo strumento che consente a chiunque di avviare una campagna di raccolta fondi online per un’organizzazione non profit o un progetto di proprio interesse.
Questa tipologia di fundraising funziona soprattutto perché la principale ricchezza delle organizzazioni non profit è la loro capacità di sviluppare e prendersi cura della propria rete relazionale: i soci, i volontari, i sostenitori, i dipendenti. Grazie ai social network e alle piattaforme di donazione online tutti possono essere potenziali fundraiser: ognuno di loro, attraverso i propri canali digitali, può avviare una campagna di raccolta fondi, chiedendo alle persone con cui è in relazione un contributo per l’organizzazione o il progetto in cui crede. Il personal fundraising è la massima espressione del dono: persone che chiedono a persone per aiutare altre persone o la propria comunità. Il dono è al centro.

Chi è il personal fundraiser

Il personal fundraiser è un sostenitore che decide di non limitarsi a donare, ma di fare un passo in più, attivandosi in prima persona nella raccolta fondi (invitando, e quindi di fatto donando, la propria rete relazionale a fare lo stesso). Ci mette la faccia, si espone in prima persona per promuovere e sostenere un progetto o un’organizzazione. Il Personal Fundraiser è un donatore al cubo: dona il proprio tempo, è infatti un volontario, dona le proprie relazioni e dona le proprie risorse. Non solo i singoli individui possono impegnarsi in questa attività, ma anche gruppi di persone, per esempio i dipendenti di una stessa azienda che ha deciso di impegnarsi in una raccolta fondi come attività di CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa). I driver che stimolano il personal fundraiser sono principalmente 3 [1]

  • le motivazioni che di solito guidano i personal fundraiser sono l’impegno civile, l’autorealizzazione, aiutare una persona vicina;
  • l’appagamento che portano queste attività, il personal fundraiser si sente bene quando fa del bene”;
  • il divertimento è la ciliegina che trasforma un gesto di solidarietà in un’esperienza di vita divertente e appassionante. 

Cosa serve per avviare una campagna di personal fundraising

Per fare una campagna di personal fundraising efficace servono poche cose:

  • sostenitori singoli o in squadra che siano disponibili a donare il proprio tempo, le proprie relazioni e, ovviamente, fare la prima donazione, pena la non credibilità;
  • una causa o un progetto concreto per cui chiedere; 
  • una piattaforma per le donazioni online (alcuni social network hanno questa opzione integrata);
  • un coordinatore che diriga e segua le operazioni;
  • metodo e strumenti per facilitare e accompagnare i personal fundraiser nell’attività di raccolta fondi e attivazione delle proprie cerchie relazionali.

Cose che devi assolutamente sapere sul personal fundraising

Iniziamo con un dato: il 65% delle donazioni con piattaforme di crowdfunding è dato dall’attivazione dei personal fundraiser [2]. Per questo la scelta di una idonea piattaforma di crowdfunding potrebbe agevolare il personal fundraising. Inoltre è stato appurato che senza personal fundraising il crowdfunding raggiunge risultati nettamente inferiori. 

Molto spesso i personal fundraiser sono più fedeli al dono che alla causa, ovvero si ingaggiano per l’amore di fare del bene in senso lato, piuttosto che per una sola causa specifica, insomma a queste persone piace donare. 

Non necessariamente il personal fundraiser deve avere una community online attiva, importante è che abbia una rete relazionale offline da stimolare e che sia interessato  a metterla a disposizione della buona causa. Generalmente il personal fundraiser si attiva in concomitanza di: imprese personali o sfide sportive, di una ricorrenza o un momentum particolare, come un festeggiamento o una commemorazione, “sfruttando” così l’opportunità per creare ingaggio da parte della propria rete relazionale.

I personal fundraiser vanno accompagnati il più possibile: formare e dotare con gli adeguati strumenti di raccolta fondi è indispensabile per la buona riuscita delle attività. 

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Vantaggi del personal fundraising

Il personal fundraising può essere “utilizzato” da qualsiasi organizzazione a prescindere dalla dimensione economica ed organizzativa della stessa. Anche una piccola associazione di quartiere può ottenere grandi risultati. Certamente partono avvantaggiate le organizzazioni con un considerevole numero di volontari, sostenitori o attivisti con una certa dimestichezza nel “manovrare” le piattaforme e i social network. Ma comunque sia non è difficile costruire profili social e sviluppare relazioni online se queste già esistono nella quotidianità “analogica” e se l’associazione è già conosciuta ed apprezzata. Questo strumento potrebbe risultare particolarmente vantaggioso per quelle organizzazioni che vogliono allargare il proprio capitale relazionale e/o per dare la possibilità a volontari e sostenitori già attivi di fidelizzarsi in questo modo. 

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5 consigli essenziali per il personal fundraising

  1. Individuare i possibili personal fundraiser, ingaggiarli e motivarli seguendo la logica della motivazione, appagamento e divertimento. 
  2. Identificare un progetto che sia facilmente comunicabile, molto concreto e diretto;
  3. Prevedere un kit di formazione e suggerimenti utili per le attività che possono fare i personal fundraiser;
  4. Accompagnare con supporto e comunicazione i personal fundraiser per tutta la durata delle campagna;
  5. Prevedere un momento di ringraziamento, celebrazione e rilancio dell’ingaggio del personal fundraiser al termine dell’iniziativa realizzata. 

Potrebbe accadere che….

  • ci siano aziende interessate ad attivare i propri dipendenti in imprese di questo genere. Magari abbinate a una sfida sportiva, con lo scopo di creare valore condiviso e attivare i propri dipendenti in azioni di team building;
  • il personal fundraiser non raggiunga l’obiettivo di raccolta fondi che aveva stabilito. È importante in questo caso non preoccuparsi, ma prontamente apprezzare lo sforzo realizzato e supportare il personal fundraiser affinchè non si perda d’animo, comprenda cosa si poteva fare meglio e si impegni per la prossima volta;
  • la campagna del personal fundraiser abbia un successo inaspettato, anche in questo caso risulterà determinante sostenere il personal fundraiser nel dare le opportune risposte ai donatori per non deluderli.

NOTE

[1] analisi e interviste realizzate da Rete del dono; riferimento A. Siccardi V. Vitali “Crowdfunding e personal fundraising: la nuova frontiera del dono”
[2] Siccardi V. Vitali “Crowdfunding e personal fundraising: la nuova frontiera del dono”

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